IT: Oggi finalmente trovo il mio schiavo al suo posto: sdraiato per terra a fare il mio tappeto. Non deve guardarmi, non merita di vedere le mie gambe statuarie mentre lo scavalcano. Mi siedo e ho voglia di fumare una sigaretta. La accendo, tra le mie labbra carnose e morbide, e uso il mio schiavo per quello che è: un tappeto. I miei tacchi altissimi e taglienti hanno voglia di affondare nella sua carne e nei suoi capezzoli. Mi diverte sentire i suoi lamenti.
Ora però ho bisogno di un portacenere, di certo non voglio sporcare per terra. Gli ordino di aprire la bocca e riverso t...
IT: Oggi finalmente trovo il mio schiavo al suo posto: sdraiato per terra a fare il mio tappeto. Non deve guardarmi, non merita di vedere le mie gambe statuarie mentre lo scavalcano. Mi siedo e ho voglia di fumare una sigaretta. La accendo, tra le mie labbra carnose e morbide, e uso il mio schiavo per quello che è: un tappeto. I miei tacchi altissimi e taglienti hanno voglia di affondare nella sua carne e nei suoi capezzoli. Mi diverte sentire i suoi lamenti.
Ora però ho bisogno di un portacenere, di certo non voglio sporcare per terra. Gli ordino di aprire la bocca e riverso tra le sue fauci la cenere bollente della mia sigaretta. Lui soffre e si lamenta sempre di più. Ma io sto iniziando a divertirmi. E gli ordino di leccare tutta la cenere finita intorno alla sua bocca: deve essere un portacenere pulito. Intanto continuo a torturalo con i tacchi: più si lamenta e più affondo con forza. Fino a quando la mia sigaretta finisce. E’ ora di spegnerla. Nella sua bocca. Lui urla di dolore. Chissà se qualche altro schiavo saprebbe essere un portacenere migliore di questo.
Non sono soddisfatta di lui e mi annoio. Decido di salirgli sulla pancia, in ginocchio, e lo insulto. Inizio a sputargli in bocca e su tutta la faccia. Questo mi diverte. Mi diverte tanto che continuo per svariati minuti a riempirlo di sputi. Lui umiliato si lamenta, ma è ciò che si merita. Fa schifo. E me ne vado, lasciandolo sfinito e zeppo di saliva lì dove l’avevo trovato: sdraiato sul pavimento come un grosso e flaccido tappeto.
EN: Today I finally find my slave in his place: lying on the ground making my carpet. He doesn't have to look at me, he doesn't deserve to see my statuesque legs climb over him. I sit down and want to smoke a cigarette. I turn it on, between my plump, soft lips, and use my slave for what it is: a carpet. My super high, sharp heels want to sink into his flesh and his nipples. I love hearing him moan. But now I need an ashtray, I certainly don't want to dirty the floor. I order him to open his mouth and pour the hot ash from my cigarette into his mouth. He suffers and complains more and more. But I'm starting to have fun. And I order him to lick all the ash around his mouth: it must be a clean ashtray. In the meantime he continues to torment him with heels: the more he complains, the more I sink hard. Until my cigarette runs out. Time to shut it down. In his mouth. He screams in pain. He who knows if some other slave could be a better ashtray than this.
I'm not satisfied with him and I'm bored. I decide to get on my stomach, on my knees, and insult him. I start spitting in his mouth and all over his face. This amuses me. I like it so much that I keep filling it with saliva for several minutes. He, humiliated, complains, but that's what he deserves. He sucks. And I walk away, leaving him exhausted and full of saliva where I found him: lying on the ground like a big flabby carpet.
